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Storia

 

Francesco Zanardi sindaco per l’igiene urbana e la salute pubblica Bologna

 

L'Amministrazione Zanardi ha avviato nel Comune di Bologna la promozione della salute e la prevenzione delle malattie con il Primo Regolamento d'Igiene comunale, adottato nel 1917 ed esecutivo dal 1921, anticipando la disciplina dell'igiene e della sanità pubblica del Testo Unico delle leggi sanitarie del 1934.

Il Regolamento rimase vigente fino al 1939, quando fu adottato dal Comune di Bologna il Secondo Regolamento d'Igiene che, dopo gli aggiornamenti del 1975, 1980, 1989 e 1996, è stato sostituito nel 2002 con il Terzo Regolamento attualmente vigente. Con Zanardi trovò attuazione una nuova strategia per la difesa della salute, la prevenzione delle malattie attribuibili alla insalubrità urbana, strategia a lungo ignorata dalla medicina accademica e merito storicamente riconosciuto ai comuni.

La portata del Regolamento Zanardi è evidente anche dalla sola elencazione delle materie regolamentate, che interessavano l'intero ambito dell'igiene urbana del tempo:

  • suolo pubblico e acque superficiali;
  • spazi scoperti di proprietà privata;
  • terreno, fondamenta ed edilizia;
  • locali di abitazione;
  • scuole; abitazioni collettive;
  • stabilimenti industriali; stabilimenti balneari;
  • acqua condotta, acque potabili, fontane, pozzi e lavatoi;
  • stalle e rimesse in città;
  • fognatura domestica, pozzi neri e letamai;
  • case coloniche e loro annessi.

All'epoca fu ritenuta prioritaria la lotta alla insalubrità delle abitazioni.

A questo scopo il Sindaco insediò una commissione di 156 "cittadini volonterosi", guidata dall'Assessore allo Stato Civile Vancini, con il mandato di verificare le condizioni igieniche degli edifici abitativi. L'opposizione contestò la competenza della commissione in quanto non ne facevano parte né tecnici comunali né medici igienisti. Fu risposto dall'Amministrazione che la commissione aveva solo il compito di segnalare i casi che manifestamente erano definibili come "appartamenti luridi"; questi sarebbero stati successivamente verificati dai tecnici e sanitari comunali dell'edilizia e dell'igiene.Così avvenne e il Sindaco, su proposta dell'Ufficiale Sanitario, procedette con ordinanza a dichiarare inabitabili le unità abitative irrecuperabili sul piano igienico sanitario o a ordinare i necessari lavori di bonifica per quelle recuperabili.

Anche gli edifici scolastici furono oggetto di particolare attenzione da parte dell'Amministrazione Zanardi. L'obiettivo era la protezione della salute dell'età evolutiva, caratterizzata da un equilibrio biologico instabile e quindi suscettibile di squilibri prodotti da condizioni ambientali sfavorevoli, con effetti patologici permanenti nell'età adulta.

Fu allora che ebbe origine quel tipico servizio sanitario di prevenzione, che successivamente ebbe il nome di "medicina scolastica" e che il Comune di Bologna sviluppò nel corso di tutto il ‘900 con risultati che guidarono analoghe iniziative di altri grandi comuni italiani. Il primo requisito per l'igiene degli edifici scolastici fu la determinazione dall'ampiezza delle aule e del numero di alunni per classe, non solo per esigenze didattiche ma anche per assicurare una cubatura d'aria adeguata alle esigenze fisiologiche dell'età scolastica. Il numero alunni/aula fu fissato a 30 per la scuola elementare e 25 per la media, numeri che ricerche scientifiche degli anni successivi confermarono come adeguati per aule di altezza non inferiore a 3 metri e con superficie di 1,80 metri quadrati per alunno. Si pensò anche di migliorare il ricambio d'aria nelle aule, studiando appositi sistemi che in seguito portarono alla creazione dei vasistas, oggi purtroppo abbandonati nonostante i loro ottimi risultati.

Per la salute dell'età scolastica, particolarmente degli alunni in condizioni socio economiche disagiate che favorivano malattie respiratorie come la tubercolosi e ostacolavano il normale sviluppo fisico, furono istituite le "scuole all'aperto", ubicate in sedi caratterizzate da buone condizioni di salubrità ambientale. Fu acquistato l'edificio di Casaglia che fu la prima delle scuole all'aperto, seguita da quella dei Giardini Margherita.

Nelle scuole che disponevano di adatti spazi esterni, si crearono "i campi estivi" dove gli alunni trascorrere le giornate durante le vacanze estive. Le patologie odontoiatriche infantili indussero l'amministrazione a donare all'università l'edificio di via San Vitale, che ancora oggi ospita quella clinica, in cambio di cure gratuite ai bambini bisognosi. Furono istituite le prime scuole materne comunali e la refezione scolastica, servizi pubblici allora concepiti in funzione assistenziale.

Un altro settore in cui l'Amministrazione Zanardi mostrò il massimo impegno fu quello dell'igiene urbana, con la razionalizzazione e il potenziamento della raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani.

Il rifornimento pubblico idropotabile con la creazione del secondo acquedotto, dopo quello del 1881 che aveva captato le acque del Setta convogliate in città tramite il recuperato cunicolo romano, costituì l'opera igienica forse più importante. Alle acque superficiali del Torrente Setta, si aggiunsero quelle telluriche captate da pozzi, i primi dei quali furono scavati a Borgo Panigale, nella zona in cui ancora oggi si trovano. Si ebbe così un'acqua di migliore qualità e un acquedotto cittadino potenziato, che permise di rispondere ai bisogni idropotabili non solo degli abitanti della città ma anche del forese.

Il primo acquedotto, quello del 1881, era stato affidato alla gestione della Società Nazionale Gazometri, ma dopo l'istituzione del secondo, Zanardi attribuì la gestione dell'intera rete acquedottistica all'azienda comunale Officina del Gas. Zanardi aveva intenzione di attribuire a questa azienda comunale anche la produzione di energia elettrica e a tale fine chiese il permesso di poter attingere altre acque dal Setta e dal Brasimone, che non gli fu concesso.

Già nella prima metà del ‘900 Zanardi ci ha insegnato:

1) che parte della salute pubblica dipende dall'ambiente, inteso non solo in senso fisico, chimico e biologico ma anche sociale ed economico;

2) che la protezione della salute dai rischi ambientali richiede azioni di prevenzione primaria, ossia la individuazione dei fattori di rischio e il loro abbattimento prima che provochino la malattia;

3) che il Comune, per le sue competenze in materia ambientale e il rapporto diretto con la comunità, è l'organo di governo locale più adeguato per difendere e sviluppare la salute pubblica. Non può non stupire positivamente la lungimiranza di un Sindaco che, ai primi del ‘900, non solo ha concepito ma anche messo in atto la strategia della prevenzione delle malattie, oggi trascurata dai decisori politici e dalle istituzioni.

Le successive amministrazioni comunali di Bologna hanno sviluppato le idee innovative di Zanardi in materia di ambiente e salute fino al 1978, quando fu istituito il Servizio Sanitario Nazionale che ha sottratto ai comuni la politica della salute.

Antonio Faggioli

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