Hanno detto di lui

 

Uomo probo e fedele all’ideale della democrazia e del Socialismo, Egli ha dedicato la propria vita ad aiutare la classe operaia nel faticoso cammino della sua emancipazione. Dove si lottava per la giustizia, là era Francesco Zanardi; dove si lottava per la libertà, là era Francesco Zanardi: ciò che Gli meritò da parte del popolo di Bologna, in un momento calamitoso della nostra storia, l’appellativo di Sindaco del Pane” (Pietro Nenni, dichiarazione rilasciata a Enrico Bassi nel libro “Francesco Zanardi, il sindaco del pane”, Edizioni La Squilla, Bologna, 1976)

 

Il dott. Francesco Zanardi pensava che erano più utili alla causa della povera gente le biblioteche dei comizi, credeva più nelle colonie elioterapiche che nei manifesti, aveva una fede illimitata nei fatti e un’enorme diffidenza per le parole. I suoi ideali erano la Scienza, la Redenzione del Proletariato, il trionfo della Giustizia” (necrologio di Enzo Biagi su “La Stampa”, 18 ottobre 1954)

 

La competenza e soprattutto l’ordine delle argomentazioni, in materia amministrativa, del dottor Zanardi sono note. Perciò è facile immaginare quale potrà essere un’amministrazione socialista del nostro comune se i socialisti dovessero per disgrazia trionfare nelle elezioni di domenica. Bologna non potrà sopportare un’onta di tale natura, ma con un gesto memorando farà argine all’onda sovversiva, gridando dall’urna: no, di qui non si passa!” (marchese Giuseppe Tanari, candidato sindaco della lista clerico-moderata, intervistato da “L’Avvenire d’Italia, 21 giugno 1914)

 

Checcone Zanardi, dal suo covo di vigliaccheria, arrischia in cuor suo una timida speranza di ritorno, si tasta le ossa ancora fresche di bastonate, e pensa con nostalgia alle scale di Palazzo D’Accursio che ormai non può più salire” (Dino Grandi, direttore del settimanale fascista “L’Assalto”, 19 marzo 1921).

 

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