Zanardi ha scritto
Numerosi e ben documentati gli interventi di Francesco Zanardi. Ne diamo conto con una serie di documenti anche scaricabili, che implementeremo nel corso del tempo.
discorso programmatico di insediamento come Sindaco di Bologna
Nella seduta del 15 luglio 1914 Zanardi, assunta la presidenza dell'assemblea, pronuncia un breve discorso programmatico di ringraziamento. L'estensore del verbale, agli atti, annota numerose interruzioni dovute a «vivissimi e prolungati applausi» da parte del pubblico presente in aula.
Sull'Istituto Autonomo dei Consumi
L'esperienza ha dimostrato che la forma dalla legge accordata ai Comuni per intervenire a mitigare la esosità degli speculatori nel commercio dei generi di prima necessità, mediante mete o calmieri, se qualche efficacia può portare nei casi meno gravi e circo- scritti, ossia poco estesi e passeggieri, si appalesa affatto insufficiente ed inadeguata quando il tentativo di speculazione sorga dal desiderio di profittare di uno stato d'animo generale, prenda a pretesto fatti che colpiscono pressoché tutta la Nazione e sia quindi frutto di una coalizione occasionale di interessi in antagonismo con quelli del pubblico.
"l'ordinanza "della bandiera"
Coerentemente a sue precedenti dichiarazioni, il sottoscritto mentre riafferma che il proletariato, avverso alla guerra per ragioni teoriche e pratiche, deve, dopo che questa è dichiarata, difendere il proprio Paese perché non si aggiunga alle ingiustizie del presente sistema la schiavitù politica a dominatori stranieri, «ordina — che, in omaggio ai lavoratori combattenti, e come augurio di pronta vittoria, venga esposta la bandiera alla torre del Palazzo Comunale fino al giorno in cui una pace dignitosa e rispondente agli interessi della Nazione, riconsacri il trionfo della giustizia immortale del lavoro».
"dichiarazione sulla guerra"
«Sindaco di una città che vanta verso la Patria una tradizione di gloria e di sacrifizio, a nome della maggioranza, che, in quest'ora solenne, vuole che io la interpreti e la esprima, dichiaro che — di fronte al fatto compiuto e collocata nella storia la responsabilità di tutti, mentre i nostri fratelli affrontano il supremo cimento e vedo qui dentro i posti di coloro che in quest'ora affermeranno col fatto la virtù del dovere e della disciplina attinta alla nostra morale — noi, non solo non attenteremo in alcun modo alle forze materiali e morali che necessitano, come dice chi ci disconosce e ci calunnia, ma da questi posti, da altri posti se sarà necessario cercheremo con intelligenza e sacrifizio di far sì che dal danno e dal dolore resi meno gravi, possa il paese trarre più rapida e sicura ragione della sua ricomposizione nazionale, civile ed umana».